JUVENTUS: LA “STORIA” DEL PROCESSO PER DOPING
(AGI) - Torino, 30 nov. - Nel corso di quasi tre anni di processo al banco dei testimoni si sono avvicendati molti atleti passati alla Juve nel periodo delle contestazioni, come Baggio, Ravanelli, Peruzzi Ferrara, Vialli. “Non so” e “Non ricordo” sono state le risposte piu’ frequenti fornite al giudice Giuseppe Casalbore alla domanda se i calciatori ricordassero di avere preso determinate sostanze medicinali e a quale tipo si somministrazione fossero stati sottoposti. Amnesie che hanno spesso fatto adirare Casalbore, che piu’ volte nel corso del processo ha rimproverato i testimoni, cosi’ come frequenti sono stati gli scontri con la difesa della Juve, rappresentata dagli avvocato Luigi Chiappero e dall’allora presidente della Juve Vittorio Chiusano, deceduto il 31 luglio 2003. Alcuni colpi di scena hanno segnato questi anni di udienze, a partire dalla scoperta che anche Alessandro Del Piero fu iscritto sul registro degli indagati per frode sportiva, insieme a Didier Deschamps e Angelo di Livio, il 17 luglio 1999, ma il procedimento venne archiviato il 30 agosto del 2000. La notizia non venne mai resa nota, fino a quando Pituricchio non venne chiamato a testimoniare il 21 luglio 2003. Ma il vero clamoroso colpo di scena del processo e’ arrivato solo nell’estate scorsa, il 15 luglio 2004, quando l’accusa ha modificato il capo d’imputazione, contestando anche la somministrazione di eritropoietina. Una decisione presa dopo l’udienza del 28 giugno, quando i due periti nominati dal giudice, l’ematologo Giuseppe D’Onofrio e il professor Eugenio Mueller, esposero le loro risposte ai quesiti formulati Casalbore, che aveva disposto una superperizia che accertasse se vi fossero state variazioni anomale nei valoro sanguigni dei calciatori bianconeri e se i medicinali trovati nell’infermeria della Juve (281 specialita’, ‘una dotazione pari a quella di un piccolo ospedale’ venne sottolineato in aula) fossero state somministrate off label. La perizia di D’Onofrio, in particolare, ha fatto l’epo nel processo: l’ematologo ha parlato infatti di almeno due casi, riferiti ai giocatori Conte e Tacchinardi, in cui si sarebbe verificato un innalzamento del valore di emoglobina ‘cosi’ forte da far pensare a una massiccia stimolazione dell’ eritropoiesi o a una terapia con trasfusioni che pero’ non e’ indicata nelle cartelle cliniche’. La difesa ha sempre contestato con forza questa perizia, e in particolare il metodo adottato dal perito per giungere a questa conclusione. Si e’ assistito poi a un altro colpo di scena nell’udienza del 7 ottobre, quando lavvocato Luigi Chiappero si e’ tolto la toga e ha abbandonato l’aula, dopo un’udienza caratterizzata da liti e reciproche accuse. “Questa e’ la vostra giustizia, non la mia” erano state le parole del legale prima di andarsene. Un’iniziativa plateale, che e’ costata anche una denuncia all’avvocato, che pero’ ha ripreso l’incarico dopo appena una settimana. (AGI) Segue