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COOPERAZIONE: RICERCA CIDEM-IPS, “SOLO DISASTRI IN PRIMA PAGINA” (AGI) - Roma, 30 nov. - “Gli oltre 130 eventi delle giornate della cooperazione hanno avviato un processo per comprendere un settore che sui media trova poco riscontro”, ha detto Mario Lubetkin, direttore di Inter Press Service. “L’obiettivo adesso e’ quello di poter contare non su spot news, momenti occasionali di informazione, ma su rubriche permanenti per fare in modo che nell’agenda del cittadino trovi spazio anche questo argomento, come la cronaca o lo sport”. Farsi strada nei media, dunque.
Quelli tradizionali, carta stampata e tv, ma anche i “new media”, internet.
“Qui il quadro e’ addirittura desolante”, ha commentato l’assessore alle Politiche della comunicazione, Vincenzo Vita, che ha fatto una promessa: “Le autonomie locali devono occuparsi di piu’ di cooperazione, anche il presidente della provincia Gasbarra ne e’ convinto”. In Italia, insomma, comunicare la cooperazione e’ possibile. “Ne e’ un esempio il sito che l’Agi dedica al tema”, ha detto il vicedirettore dell’Agenzia Italia, Gianfranco Eminente. “Un spazio simile su Internet prima non esisteva. Oggi abbiamo migliaia di contatti, persone che quotidianamente leggono le decine di notizie che pubblichiamo”. Editori, giornalisti ed operatori della comunicazione devono sganciarsi dalla logica degli ascolti e delle vendite e trovare il coraggio di affrontare anche temi “scomodi” e meno graditi al grande pubblico, anzi devono escogitare nuove modalita’ per renderli appetibili al lettore. “Ogni volta che si discute la scaletta del Tg2 bisogna fare una battaglia per inserire le notizie della cooperazione, e spesso e’ una battaglia persa”, ha commentato il vicedirettore del Tg2, Rocco Tolfa. Che ha lanciato una proposta, subito condivisa da Franco Siddi della Fnsi: “Escludere i telegiornali dal computo dei dati dell’Auditel, per renderli svincolati dall’audience e quindi piu’ liberi di trattare i temi che un servizio pubblico come la Rai dovrebbe raccontare”. Anche perche’, ha spiegato Sergio Marelli, presidente delle organizzazioni non governative italiane, “la televisione e’ fondamentale, e’ l’unico mezzo in grado di raggiungere tutti gli italiani ed e’ molto piu’ efficace in questo della carta stampata”.
La televisione, pero’, agisce sull’onda dell’emotivita’, della spettacolarizzazione degli eventi. Serve maggior coraggio, ha aggiunto Alberto Bobbio, inviato di Famiglia Cristiana, da parte degli stessi giornalisti che “spesso vedono solo cio’ che gli si vuole far vedere quando viaggiano ‘embedded’, all’interno delle delegazioni o delle missioni militari”. Bobbio ha anche sottolineato che spesso “le somme della cooperazione allo sviluppo sono state destinate alla cooperazione civile e militare come e’ successo nel caso dell’ospedale da campo di Baghdad per il quale sono stati impegnati sette milioni di euro”.
La spettacolarizzazione degli eventi, insomma, non aiuta la solidarieta’ internazionale che si esprime con progetti a medio-lungo termine. “Tant’e'”, ha sottolineato Giuseppe Deodato, direttore generale della Cooperazione Italiana allo sviluppo, “che gli aiuti arrivano molto di piu’ quando ci sono le telecamere a documentare i disastri”. Contributi importanti, certo. “Ma non e’ questo che serve alla cooperazione”, ha concluso Deodato, “si dovrebbe comunicare non tanto la drammaticita’ dell’emergenza quanto la cronica mancanza di fondi e di risorse necessarie a colmare il colossale divario tra le diverse aree del mondo”. (AGI)